Un amore in inverno – Jacob Korg

mercoledì 29 ottobre 2014





Un amore in inverno, traduzione letterale dell’originale Winter love, sembrerebbe un titolo più adatto a un indigesto polpettone sentimentale che a un saggio di critica letteraria, dedicato a indagare il rapporto, umano e intellettuale,  fra due poeti americani:  Ezra Pound e Hilda Doolittle. Eppure ha un senso,  essendo anche il titolo della sezione di un poema di Hilda Doolittle,  in cui viene trasfigurato il rapporto tra i due.  Il saggio, tradotto nel 2005 da Giorgia Sensi per Baldini Castoldi Dalai,  è abbastanza  interessante anche se si riscontrano  dei difetti, talvolta gravi.

L’autore, Jacob  Korg,  è un professore universitario,  la trattazione non risente, però,  di un approccio eccessivamente specialistico ed è tutto sommato gradevole, a tratti persino avvincente. Il primo difetto che ho notato è l’eccessiva presenza di analisi dei romanzi della poetessa americana,  che paiono interessanti solo dal punto di vista della biografia, tentando in essi  ella una costante, e un po’ ripetitiva e stucchevole,  rielaborazione dei temi cardini della sua vita sentimentale. Queste analisi di Korg, a volte forzate se non addirittura pretestuose, e per giunta effettuate su una materia che s’indovina di non eccelso  valore,   appesantiscono inutilmente il testo, allontanano dalla poetessa,  dando ragione al disinteresse che Pound mostrò per l’opera narrativa dell’amica. Sono però considerati  fondamentali da Korg per analizzare i sentimenti di Hilda Doolittle, in particolare quelli verso Ezra Pound, ritratto in diversi personaggi, con il quale giovanissima intrecciò una relazione amorosa destinata a trasformarsi in un legame di amicizia e poi in un lungo rapporto epistolare.

Interessanti  sono invece   i brani dedicati a sviscerare la corrente poetica fondata da Pound, l’imagismo,  cui Hilda Doolittle, ribattezzata H.D proprio da lui, aderì su pressione del poeta. È una corrente letteraria che ebbe un forte impatto sulla poesia in lingua inglese del tempo, (gli anni Dieci del Novecento) cui aderirono,   tra gli altri, poeti e scrittori come Amy Lowell, Frank Stuart Flint,  Richard  Aldington, Ford Madox Ford,  Thomas Ernest Hulme etc,    e che poneva al centro del discorso poetico le immagini, sintesi concrete dell’emozione, rifuggiva l’astrazione intellettuale, optava per uno stile chiaro e conciso, utilizzava il metodo della sovrapposizione, accostamento  di immagini senza evidenti nessi linguistici e causali.

Un esempio è  una splendida poesia di Pound, quasi un haiku nella sua concisione : “L’apparizione di  questi visi nella folla/ foglie su un umido, nero, ramo. “

Quello che non funziona di questo saggio è la fusione di aspetti biografici e di riflessioni di critica letteraria, l’amalgama non sempre è riuscito, dove ci si aspetta un approfondimento  critico si rimane delusi, l’autore ripiega sulla biografia, quando si desidera un aneddoto,  ecco affiorare un’analisi critica inefficace se non addirittura pedante.

Si esce dal libro con la sensazione di aver imparato qualcosa certo ma non pienamente convinti che fosse quel qualcosa che si cercava. Pound emerge, carismatico, arrogante, generoso, megalomane, egocentrico,   con i suoi errori politici, le sue incrollabili certezze critiche, Hilda Doolittle appare con le sue fragilità,  dipendente com’era dalle figure maschili, le sue incertezze, la sua ambiguità sessuale che la portò a ricercare anche amori omosessuali. Colpisce anche la sua magnanimità, la sua bontà, la sua capacità di sopportare le critiche dell’amico spesso severo verso di lei e verso le sue opere.

Nonostante fosse fortemente contraria all’ ideologia antisemita e fascista che Pound fece sua nel periodo della seconda guerra mondiale,   lo difese sempre anche quando egli perse  totalmente credibilità agli occhi dei loro conoscenti comuni. Infatti, egli finì per essere considerato un bizzarro provocatore, un traditore della propria patria, un pazzo esaltato, e fu condannato per le sue attività antiamericane durante la guerra -  si espresse in trasmissioni radiofoniche a favore del regime fascista -   a essere internato  in un ospedale psichiatrico militare e questo solo perché fu giudicato infermo di mente, altrimenti la giuria lo avrebbe condannato a morte.

La tesi centrale del libro di Jacob  Korg   è che il giovane  Pound fu per Hilda Doolittle l’archetipo di tutte le relazioni con gli uomini, purtroppo fallimentari,  colui  che, quando entrambi erano  poco più che adolescenti, la iniziò ai misteri dell’amore e della letteratura, fu il suo mentore, e in seguito rimase sempre in qualche modo presente nella sua vita.

Sostanzialmente  Un amore in inverno è un’operazione riuscita solo in parte, poiché come biografia è dispersiva,  trattando di una relazione e come saggio di critica letteraria è efficace solo a tratti, apparendo a volte  poco incisivo e persino caotico.


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